Un sospiro
due sospiri
tre sospiri…
al quarto già subentra l’iperventilazione.
Respirare è una delle più naturali, incontrollate e inconsce funzioni del nostro corpo.
Eppure…avete mai provato a controllare il respiro? a dettare con la mente la sequenza di movimenti (e non intendo come nel rebirthing o respiro cosciente circolare che dir si voglia!)?
Inspirare…espirare…inspirare…espirare…Succhia tutta la nostra attenzione, non riusciamo a dare peso a null’altro se non a questo…inspirare…espirare…fino al punto che, per tornare a darle funzione autonoma, dobbiamo fare uno sforzo, cercare di orientare nuovamente l’attenzione altrove.
Come se i polmoni creassero un attrazione magnetica alla nostra mente.
Passeresti tutta la tua vita a concentrarti solo sul dare comandi alla tua respirazione? Ad allargare per tutto il giorno la cassa toracica, avendo paura di addormentarti la notte e non poter continuare a mettere in ordine la sequenza…inspirare…espirare…
Sicuramente no!
Sicuramente preferisci poter camminare, mangiare, scrivere, interagire, relazionarsi e stare genericamente nel mondo!
Eppure…
Scopro che, allo stesso modo dell’esempio della respirazione, passiamo gran parte della nostra esistenza a mantenere risorse ed attenzione concentrate su parti di noi a cui abbiamo dato un peso immenso ma che, in realtà, sono futili.
Tratteniamo oggetti vecchi, rotti ed inservibili, tratteniamo idee stagnanti che abbracciamo e difendiamo come fossero l’ultimo tesoro nascosto e che, invece, sono solo un limite all’esplorazione, alla scoperta, alla crescita!
Ci ostiniamo a rinsaldare rapporti con persone con cui non abbiamo nulla a che fare e impediamo così di trovare spazi e tempi per aprirci a nuove conoscenze.
Portiamo avanti ideologie e credenze stantie e arretrate perché crediamo che siano stabili e solide…mentre il progresso ci sfiora e deride l’arretratezza del nostro pensiero conservatore.
Non c’è in realtà nulla di criticabile in tutto ciò…in fondo il nostro obiettivo (o quello della nostra mente…) è soltanto proteggerci, tutelarci, impedirci di ricadere o rivivere in antichi eventi.
Come una madre che cerca di evitare le sofferenze del figlio.
Ma spesso, se non c’è la giusta misura, le madri arrivano a soffocare i propri figli in una stretta di morbida seta che limita i movimenti.
Si potrebbe andare avanti delle ore a parlarne…ma nulla concretizza in realtà se non portiamo le idee, le comprensioni, nella concretezza della vita.
Un gesto, anche piccolo a volte fa comprendere di più di mille parole.
Basta a volte togliersi un abitudine, cambiare strada per andare al lavoro, modificare i propri schemi quotidiani, scambiare due parole con un passante, per scoprire che le nostre convinzioni non sono poi così certe e confermate dalla vita!
Affrontare una piccola paura apre la strada per comprendere la grande paura!