Dai che lo sappiamo, tu ed io.
Loro non sono così bravi.
Provano a convincerci. Ci provano.
Anche con buone argomentazioni. Ma a noi, non ci fregano.
Sbraitano, e restano convinti delle loro idee. Provano a convincerci.
Ma non funziona. Io e te lo sappiamo. Sbagliano.
E oltretutto, nonostante glielo spieghiamo bene, con dovizia, ancora non capiscono.
Ancora ci credono.
E’ una dura lotta, ogni giorno. Sempre la stessa.
Sui giornali, per strada, nei social.
Noi. Loro.
I buoni, i giusti.
I cattivi, gli sbagliati.
Poi dai, in fondo li comprendiamo anche. Non sono cattivi.
Non riescono a fare quel piccolo passo in più. Proprio non ci arrivano!
Alcuni in verità sono anche cattivi. Lo fanno a posta. Vogliono distruggerci.
Hai capito vero di chi parlo?
Sono sicuro che un’idea dentro te te la sei fatta.
E la stai confermando.
Così come lo sto facendo io. Così come facciamo ogni giorno.
Peccato che sbagliamo.
La grande illusione
Nella maggioranza dei casi sbagliamo.
Sai di chi sto parlando?
Di nessuno in particolare, di chiunque nello specifico.
Perché tu, io, tutti, cadiamo ogni giorno in questo tranello: prendere una parte e dare per scontato che sia quella giusta.
Ovviamente siamo i buoni. Gli altri i cattivi.
E per quanto ci raccontiamo che amiamo gli altri, che vogliamo un mondo migliore, appena torniamo sul “campo da battaglia”, abbracciamo di nuovo le armi.
Giusto. Sbagliato.
Per carità, ogni tanto cambiamo anche punti di vista.
Integriamo, espandiamo.
Ciò che era nemico ieri, potrebbe non esserlo domani.
Ma di solito accade perché abbiamo un nuovo nemico.
Ma sai in verità a cosa ci serve tutto questo?
A crearci delle bellissime giustificazioni e a sprecare tempo, energia e attenzione.
Che cavolo stai dicendo Davide?
La battaglia del castello di carta!
Vedi, funzioniamo in modo un po’ particolare.
Abbiamo bisogno di antagonismi, di opposti.
Il nostro cervello funziona per opposti. Tendenzialmente per ogni idea, immagine, pensiero che proviamo, creiamo un antagonista.
Ecco che il bene si contrappone al male, il dolore al piacere, l’amore all’odio.
Così come la luce e il buio non possono coesistere, così dentro di noi viviamo sentimenti e pensieri opposti come inconciliabili.
Tant’è che quando ci troviamo a provare due sensazioni opposte (dolore/felicità) nello stesso momento, andiamo in tilt e non riusciamo a “codificare” il nostro stato.
Da qui a dividere le esperienze umane in giusto/sbagliato il passo è molto breve.
Ed è quello che facciamo ogni giorno, senza rendercene conto.
L’effetto finale è che ci ritroviamo immersi in una guerra continua (a volte combattuta anche solo dentro di noi) in cui cerchiamo di difendere ciò che riteniamo giusto e difenderci da ciò che riteniamo sbagliato.
E cosa c’è di male?
Niente di male, giusto?
Dipende!
Se su un piano oggettivo funziona (ritenere sbagliato buttarmi nel fuoco mi evita di bruciarmi), non lo è altrettanto come effetto finale.
Se proviamo un costante stato di guerra, tutto ciò che viviamo ogni giorno sarà faticoso, ci sentiremo consumati, saremo in tensione e tutta la nostra attenzione sarà rivolta solo a difenderci.
E’ molto probabile che agiremo in costante stato di urgenza (se non lo hai già letto, leggi l’articolo sui 3 modi di stare nella vita!).
Tutta l’energia che investiamo in questa lotta continua, in realtà non produce niente.
Consumiamo risorse per stare fermi.
Ma la vita non è questo!
La vita è evoluzione, progresso, apertura.
Stare in difensiva (o peggio in continuo attacco), invece non aiuta.
Quindi come ne usciamo?
Come se ne esce?
In fondo anche in questo discorso sto riducendo il tutto in due punti di vista: uno apparentemente giusto, l’altro apparentemente sbagliato. La cosa sembra davvero senza uscita!
Ma…
Uno dei 7 pilastri che studiamo nel percorso “7 passi da Eroe” è l’accettazione.
La cosa sorprendente dell’accettazione, quella sana, è che accettare non fa prendere una parte.
Ci permette semplicemente di non dividere in fazioni ciò che viviamo. Non divide ma unisce.
Prendi atto pienamente di quello che accade, di ciò che vivi, di ciò che esiste dentro e fuori di te.
Permette di smarcarsi dai giochi del nostro sistema di difesa e di guardare cosa accade senza giudizio.
Non giusto, non sbagliato. Solo quello che è.
Da qui possiamo ripartire.
Potremmo prendere la stessa posizione di prima ma sicuramente avremo uno sguardo diverso.
Su te stesso, sugli altri, sulle situazioni.
Non più gestiti dal gioco delle parti ma centrali rispetto alla vita che compiamo.
E’ un modo per utilizzare le nostre risorse in modo migliore, capendo dove vale la pena investire.
Un esempio
Se stai seguendo una discussione con una persona in cui tu sostieni che il gelato al cioccolato sia il migliore mentre l’altro difende quello al limone, può essere vero che vi piace di più il gusto che avete scelto.
Ma quanto è utile, quanto crea relazione, quanto vi permette di andare verso la vostra realizzazione insultarvi, schernirvi e proseguire così per lunghe ore?
Quando sei nel gioco del giusto/sbagliato, senza accorgertene farai la crociata del cioccolato. Perché è doveroso far ricredere i miscredenti pagani che osannano il limone!
Ma in realtà, chi vincerà alla fine?
Lo sappiamo entrambi: nessuno!
Sarà uno scontro che non aiuta nessuno.
E se guardi la tua vita, sono convinto che troverai molti esempi di questo tipo di battaglie!
Ma attenzione!
Non sempre questo porta a scontri accesi!
In base alle strategie di risposta che hai fatto tue, potresti invece ritirarti, perdere fiducia nel mondo o nelle tue possibilità.
Sentirti inadeguato, perso smarrito.
Potresti sentire che il mondo è uno schifo perché non porta avanti i valori “giusti”.
Per carità, non dico che il mondo stia andando avanti alla grande!
Ma se ci incartiamo in difesa, ci perdiamo anche le grandi possibilità!
Il classico buttare il bambino con l’acqua sporca!
Non siamo buoni, non siamo cattivi
Alla fine non siamo buoni, non siamo giusti.
Non siamo nemmeno cattivi o sbagliati.
Siamo umani. Come gli altri
Siamo unici, come gli altri.
Siamo fallibili, come gli altri.
Siamo fantastici come gli altri.
Come gli altri. Non più, né meno.
Ma allora…perché non guardarci per quello che ognuno ha da dare?
(si, tutto quello che ho scritto è soggettivo e può non essere “giusto”. Ma secondo me una differenza la farà! Magari se ci sommiamo, lo scopriremo…)
In fondo è solo una questione di scelta.
La tua attenzione da qualche parte deve andare.
Se lasci che si appoggi su ciò che divide, crei divisione.
Se scegli di metterla su ciò che una persona può dare, crei possibilità.
Puoi decidere di alimentare la guerra o di consolidare la pace.
O meglio ancora, puoi scegliere di uscire da una visione bellica dell’esistenza.
Guardare gli altri non come nemici ma come portatori sani di virtù, con le proprie unicità e differenze.
E scoprire che nelle differenze si cela l’unione, la vera unica grande opportunità di riconoscersi legati: ognuno unico, ognuno parte di un unico mondo.
Sembra scontato? Forse a parole.
Ma ogni giorno dimostriamo che, pur consapevoli a parole (o perché condividiamo frasi motivazionali), alla fine cadiamo spesso li: buoni e cattivi.
Eppure lo sai bene.
Quando fai il passo, quando trovi il punto di incontro, quando ti apri al bello che c’è negli altri, anche nelle diversità, accade il miracolo: la bellezza si manifesta.
Ed è li che trovi il gusto della vita, il senso, la spinta.
Non buoni, né giusti.
Semplicemente Umani.
La palla, ora, passa a te.
Cercherai il meglio negli altri o lo scontro?
Alla nostra Vita!
L’accettazione è uno dei 7 fondamenti che studiamo nel percorso “i 7 pilastri della vita che vuoi realizzare”.
E’ un percorso che non si limita a false promesse ma ti da un metodo passo passo per rendere concreto e vero il miglioramento della tua vita con azioni nel quotidiano.
Si parte da TE, per arrivare a azioni concrete.
Quanta verità ….
Io mi ritrovo in situazione a volte bellica a volte di difensiva a volte di ritiro a volte di sottomissione sentendomi inadeguata. Davide grazie ti stimo come sempre.
Ciao Livia, grazie per il commento!
Comprendo bene il sentirsi inadeguati, è una naturale risposta a cui veniamo spesso abituati fin da piccoli.
TI abbraccio forte!
Bellissimo articolo.
Io cerco negli altri sempre il confronto anche quando sono gli altri a cercare il conflitto…
Quindi in linea di massima,la penso come te e, sono convinto che e’ sempre possibile cercare un confronto se si ha la sincera volonta’ a confrontarsi.
Anche la controparte dovra’ pero’ avere lo stesso “intento”.