E’ una bella giornata estiva, quassù sulle montagne trentine.
Mia figlia, 2 anni e mezzo, gioca scorrazzando di qua e di la per la casa.
Rincorre i gatti, porta in giro il suo piccolo carrello della spesa e ogni tanto si ferma chiedendomi di leggerle un libro.
Ad un certo punto, cercando di raggiungere la mamma in cucina, sbatte contro la maniglia del carrellino porta vivande (non si è fatta nulla!).
Il mio primo pensiero, dopo aver compreso che tutto va bene, è: ”da oggi si gioca con nuove regole”.
Infatti, fino a poco tempo fa, la sua statura le permetteva di passare vicino al carrello senza toccare la famosa maniglia.
Ma da oggi tutto è diverso.
Non lei, lei è sempre se stessa.
Ma da ora in poi, per procedere al meglio, la sua attenzione, le sue abilità e le regole con cui gioca la vita, vanno modificate: se mantiene la stessa azione di ieri, ora picchia la testa.
Può sembrare una cosa piccola piccola.
Ma è una grande, immensa, potentissima verità che anche tu (come mia figlia e come me) vivi ogni giorno.
È un principio in apparenza semplice, quasi banale.
Ti assicuro, però, che può essere determinante per la tua possibilità di crescere e migliorare te stesso e la tua vita.
La verità è questa:
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Man mano che procedi hai bisogno di rivalutare le abilità e le regole della tua vita in base a quello che c’è ora e che prima non c’era!
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“E se non lo faccio?”
Semplice, maniglia in testa!
È una scelta fondamentale.
Si, si tratta di scegliere!
In alcuni aspetti accade automaticamente. Ma nella maggior parte delle occasioni serve una scelta consapevole.
La scelta di accettare la realtà di quel momento e interagire con essa in quanto unica, nuova e vera.
Ti faccio un esempio.
Se stai tornando a casa e ci sono lavori in corso sulla strada che fai di solito, cerchi una alternativa o comunque segui le indicazioni “deviazione”.
Giusto?
Oppure rimani lì, davanti al cartello che indica i lavori tentando ostinatamente di passare di là perché “tutti i giorni faccio questa strada”?
La differenza tra fare una scelta e non cogliere la realtà sta proprio in questo: poter arrivare a casa oppure no.
Essere veramente in relazione oppure no.
Raggiungere i tuoi obiettivi oppure no.
Ritrovare te stesso oppure no.
Perché scrivo queste cose?
Perché per esperienza personale so che in moltissimi casi giochiamo la vita con regole che non sono più allineate con la realtà del momento.
Maniglia in testa, ricordi?
Bene. Va proprio così.
Creiamo una famiglia e giochiamo (o vorremmo giocare) con le stesse regole della vita da single o studente.
Desideriamo migliorare il nostro lavoro ma giochiamo le regole che funzionavano due, cinque, dieci anni fa. E che, inutile a dirlo, sono nel frattempo cambiate.
Aneliamo relazioni soddisfacenti pensando che le stesse dinamiche che usavamo da bambini per fare amicizia funzionino anche da adulti.
E molto altro.
E la cosa complessa è che quasi sempre non ce ne rendiamo conto!
Se vuoi puoi vederla così.
Immagina di essere nato nel 1800…e improvvisamente trovarti catapultato nel 2016.
Puoi ostinarti a comportarti esattamente come nel 1800.
Trovi una persona scontrosa e la sfidi a duello gettandogli un guanto in faccia o la infilzi con la spada…(ok, so che molti lo vorrebbero fare con le persone scontrose).
Vuoi contattare un amico e gli mandi il piccione, ti lavi una volta al mese…
Non funziona molto bene, direi!
Sicuramente passare dal 1800 al 2016 è un balzo non da poco e richiede un periodo di assestamento.
Ti sballa.
È un cambiamento improvviso e difficile.
Ed è il motivo per cui tendiamo a voler rimanere attaccati alle nostre vecchie abitudini.
Il passaggio costa.
Se invece fossi nato nel 1800 e avessi vissuto così a lungo da arrivare al 2016 vivo e in salute (216 anni, te li porti bene!) sarebbe stato molto diverso, non trovi?
Attraversando le varie epoche con calma, avresti potuto adattarti meglio e con meno impatto ai cambiamenti, arrivando al 2016 già consapevole dello stato delle cose…ma anche con l’esperienza del passato.
Vittoria su tutti i fronti!
Ecco, questo è uno dei maggiori scalini di chi affronta la crescita personale.
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Rompere gli status e ricostruirsi, se non è avvenuto con processi graduali e costanti, richiede un certo grado di sforzo e fatica.
E a noi in verità non piace “sforzo e fatica”.
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È il motivo per cui siamo attratti dalle proposte “magiche, semplici e a costo zero”.
Che spesso poi ci lasciano con l’amaro in bocca.
In questo articolo credo sia più importante capire l’importanza di “giocare” collegati alla realtà del momento.
E soprattutto chiariamo un aspetto (lo so che già eri pronto ad alzare la mano e a dire “ma secondo me si rischia di essere falsi…”).
Il senso di giocare con “regole” adeguate al momento NON è essere qualcosa di diverso da chi sei.
Ma esprimere chi sei nel contesto e nel tempo corretto.
Ovvero, essere aderente alla verità che ti si presenta in questo momento.
Ricordi l’articolo in cui parlavo del Tangram? (lo puoi rileggere qui).
Stringendo molto, il succo è che tu sei sempre tu.
Ma puoi esprimere chi sei in forme diverse.
Bene, riprendendo questo concetto, man mano che il contesto, le relazioni, le tue abilità, i tuoi successi o insuccessi, modificano ciò che percepisci come “vita”, sei chiamato a giocare carte diverse.
Questo vale sia che tu lo accetti o lo desideri, sia che tu resisti all’idea.
Ovviamente se contrasti questo processo naturale, aumenterà sempre più la distanza tra la tua verità e la realtà che vivi/crei.
Ma anche chi è ben avviato ha bisogno di comprendere questo punto fondamentale.
Un esempio ci aiuterà a capire (non so chi ha inventato gli esempi ma meriterebbe un monumento, non credi?).
Se nella tua famiglia conquisti un buon livello di comunicazione, crei una realtà che ti permetterà di crescere, di fare dei passi avanti.
Con la comunicazione e la comprensione avrete più chiarezza, meno scontri, affronterete più compatti le sfide quotidiane e potrete avvicinarvi a passo spedito ai vostri fini.
Magari questo vi porterà a aumentare la vostra cerchia di amicizie affini.
Contemporaneamente si crea un paradosso:
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innalzando l’abilità, creando una realtà più “elevata”, ti avvicini al punto in cui l’abilità che ti ha portato fino a li non è più sufficiente a garantirti di procedere.
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Ecco che, avendo molte più relazioni, molto frequenti e intense, potreste trovarvi in difficoltà nel gestire questa massa di relazioni e ne potreste risentire (per stanchezza, perché c’è meno tempo, perché ci sono molte più necessità su cui comunicare o mille altre..)
Schematizzando:
+ abilità = più crescita
+ crescita = esaurimento di efficacia del livello di abilità conquistato.
Ecco, arrivati a questo punto si aprono due scenari.
- Puoi non accettare la realtà nuova (se non aumento le abilità, smetto di crescere) e ostinarsi a procedere in una realtà che necessita 100 mettendo 70.
- Ti ri- sintonizzi sulla nuova realtà e tenti di alzare il grado di abilità. Man mano che l’abilità si alza, anche la possibilità di concretizzare nuove mete aumenta.
Non solo.
Se lasci le cose come sono c’è un rischio, spesso non noto, in agguato.
Crediamo che, una volta maturato un grado di abilità, basti mantenerlo per rimanere fermi, galleggiando sullo status creato.
ERRORE!
La verità è diversa: anche mantenere un equilibrio presuppone continuo dispendio di attenzione, energia e tempo.
Altrimenti, se non tieni coltivato l’orto delle abilità, potresti vedere crollare anche quello che hai costruito fino a quel momento.
Ma questa è una ipotesi catastrofista che ovviamente non ti auguro di toccare!
Ora, veniamo davvero al succo.
Cosa fare per mantenere una certa plasticità e aderire alla realtà in continua trasformazione?
Non ti faccio la filippica di tutto quello che potresti trovare se fai questo corso piuttosto che l’altro.
Cerchiamo invece alcuni elementi base che puoi tentare di applicare subito!
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Fammi sapere come va, mi raccomando!
E non dimenticare di festeggiare i risultati e di non punirti per gli insuccessi!
Buona crescita!
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Buongiorno. Mi piace leggere i vostri articoli perché parlano in profondità in modo frizzante e scorrevole. Condivido questa piccola esperienza. Le abitudini tendono a bloccati la mente. Cosa intendo: mi sono ritrovata nell’esempio della strada per andare al lavoro. . Facevo sempre quella e non notavo più niente. . Scorreva invisibile davanti a me. . Partivo da casa e mi trovavo al lavoro teletrasportata.. bello direte voi. . Si se fossi un super eroe! In realtà io perdevo quei 30 minuti della mia vita che per due volte al giorno per molti giorni, settimane, mesi, anni di vita fa un sacco di tempo perso. . Ho attuato l’anno scorso l’esperienza di cambiare strada .. quando salgo in macchina devo connettermi con la mia vita e scegliere che strada fare. .. sembra una banalità ma ho ri-inizato a vedere e a godermi il tragitto. Buon viaggio a tutti
Ciao Sara, grazie, ci fa proprio piacere sapere che il nostro modo diretto venga riconosciuto e apprezzato!
Grazie per aver riportato la tua esperienza! Funziona proprio così, nel momento in cui ci mettiamo nella condizione di non procedere con il pilota automatico ma scegliamo pienamente la nostra vita (anche in cose apparentemente banali come la strada per andare al lavoro), iniziamo a vivere pienamente!
Un forte abbraccio!