Ciao,
oggi voglio condividere con te una delle cose che è diventata ormai un ever green tra i miei studenti.
Immagino già la loro faccia sorridente quando leggeranno questo articolo!
In effetti, l’idea di parlare di questo argomento me l’ha data proprio un caro amico, ex studente (ormai è talmente lanciato nella sua crescita che non posso più considerarlo tale).
L’intenzione è di presentarti una visione di cosa sia secondo me fare crescita.
In questo caso lo farò al contrario, raccontando cosa NON è.
Prima di introdurti all’argomento specifico è importante capire una cosa: non c’è nessun giudizio nei confronti di un certo modo di approcciarsi al proprio miglioramento.
Spesso prima di trovare la strada che è giusta per noi, passiamo per vie diverse, deviazioni, sentieri sterrati. Ed è giusto così. È successo a me come a molti altri.
Se ti ritrovassi descritto non sentirti attaccato.
Per me l’intenzione è che ognuno possa, guardandosi, vedere quale vestito sente sia quello che fa per sé.
Potresti quindi scoprire che stai girando a vuoto e decidere di provare una strada diversa.
Oppure potresti sentire che la visione che propongo è sbagliata.
In entrambi i casi, puoi trarne insegnamento: potrai avere più chiarezza di dove vai e come ci vai (o come vorresti andarci).
È sempre e solo questione di come scegli di gestire la tua attenzione, il tuo tempo e la tua voglia di crescere!
Crescere in fondo significa trovare la propria strada.
Se la strada giusta ci vedrà procedere per un po’ fianco a fianco, sarò lieto di esserci.
Se invece non è così, sarò lieto di esserci stato!
Veniamo a noi.
Ci sono vari modi di approcciarsi alla crescita personale.
Al di là di molte tecniche, visioni, filosofie, l’approccio personale è diversificato.
C’è un tipo particolare di approccio su cui scherzo un po’, durante i corsi.
Ormai ha anche un nome specifico:
IL CORSISTA SERIALE
(in alcuni casi perpetuo)
Ma chi è costui?
Il corsista seriale è quella figura che ritrovi ad ogni corso, conferenza, seminario, gruppo Facebook in cui si propone un percorso di miglioramento/spiritualità.
In realtà non basta questa parte della descrizione per definire una persona “seriale”.
L’elemento chiave della serialità è un gioco in cui, involontariamente e in totale buona fede, queste persone cadono.
L’idea che li guida è più o meno questa:
Partecipi ad un corso (seminario, serata informativa ecc…).
Apprendi delle cose.
Tenti nella vita e vedi che le cose non sono facili a cambiare.
Quindi pensi: “Vado a fare un altro corso che mi permetta di essere più abile per accelerare le cose”.
Di per sé tutto ha senso.
Nella pratica il rischio è che si entri in un loop infinito in cui demandi sempre al prossimo corso quello che in realtà si dovrebbe fare da subito: confrontarti con la realtà (di sé, della vita, degli altri) e tentare.
In pratica si crea l’illusione che ciò che ci fa crescere siano i corsi.
Rischi di diventare un teorico della crescita.
Tantissima conoscenza (che è importante, sottolineo!), nozioni, capacità immense di disquisire su tutti i livelli della crescita.
Ma poi si nota quasi sempre un enorme divario tra ciò che sai, come agisci e i risultati personali e nella vita che ottieni.
Puntualizzo: la crescita NON si fa nei corsi.
La crescita si fa nella tua vita, nella tua interiorità e nelle tue relazioni.
È la capacità di creare una stile di vita dedito al miglioramento delle tue condizioni esistenziali.
Tutti i giorni.
Nelle difficoltà e le incertezze della vita quotidiana.
Così come nella sua bellezza e nella gioia.
Serve creare una armonia nei vari ambiti della vita che si auto sostengono per creare risultati forti ma etici, umani e pragmatici.
Cosa può produrre una giornata, due ore o un weekend di pura relazione, se poi appena torni nella quotidianità non riesci a creare un ambiente che aiuta a mantenere le tue scelte di vita, il sostegno reciproco, la comprensione?
I corsi sono, da una parte, dei “prototipi” di studio (come potrebbe essere).
Dall’altra forniscono gli strumenti (come fare).
Inoltre sono un ambiente di relazione in cui essere veri, accolti e confrontarsi con le esperienze altrui.
Ma sapere come potrebbe essere e sapere come fare, senza poi applicare non funziona!
L’unica vera cosa che funziona è la somma di:
- scelta.
- intenzione.
- azione.
- tempo di applicazione.
E in questo tempo in cui tenti, saranno inevitabili gli scivoloni.
Che saranno tanto più sopportabili e superabili quante più relazioni vere e sincere sarai riuscito a creare!
Una cosa che spesso consiglio agli studenti e di verificare se stanno tentando “il 100% di quello che puoi con il 100% di quello che hai in questo momento”.
A volte capita che, alla fine di un corso, mi venga chiesto: “bene, adesso, cosa mi consigli di fare? pensavo di andare a fare (scegli una disciplina o corso a caso) perché così lavoro su questo che poi mi apre a quello in modo che poi…”.
Ora, sicuramente ci sono percorsi che possono implementare ciò che hai scoperto di te o aiutare il tuo procedere nella vita.
E se c’è necessità sono il primo a consigliarlo.
Ma altrettanto spesso invito ad aspettare un po’ di tempo e di applicare nella vita quello che hai ricevuto, di far maturare i semi che già hai.
E qui in molti casi arrivano le crisi.
E dove c’è crisi, c’è crescita! (ne ho già parlato, se ti interessa, in questo articolo: La polaroid della crisi e ne ha parlato in modo ancora più approfondito Matteo qui:)
È lì che ti puoi confrontare con la realtà. La tua, quella degli altri, quella comune.
Ed è lì che puoi davvero fare qualcosa per migliorare.
Infatti capita frequentemente che durante i corsi (non parlo solo di quelli che presento io) muoviamo grandissime cose, nascano progetti e emerga energia vitale per alimentarli.
Poi, calato l’entusiasmo e la condizione privilegiata del corso, ti ritrovi in difficoltà, le cose non vanno come avevi premeditato e a volte molli, torni sui tuoi passi.
Lo so per certo, è successo anche a me!
Nella maggior parte dei casi la mancanza di relazioni di vero sostegno, è complice di questo arresto.
Allo stesso tempo il pensiero che manchi ancora qualcosa per riuscire nei tuoi intenti è un nemico altrettanto temibile!
Ecco perché nella condizione protetta e tutelante dei corsi molte volte ti senti così forte e in grado di affrontare nuove sfide.
Il corsista seriale, quando si trova ad affrontare il post corso, non sentendosi sufficientemente abile, cerca un nuovo insegnamento.
Il malinteso è che qualsiasi altro insegnamento necessiterà degli stessi elementi: scelta, intenzione, azione, tempo di applicazione e relazioni.
Quindi sarà punto e a capo. Gli mancherà sempre qualcosa!
Un caso totalmente diverso è quello in cui, dopo aver messo in atto il possibile, ti confronti con un limite reale e scegli di maturare una nuova abilità o conoscenza per proseguire la crescita avviata.
Un altro caso è quello del ricercatore, colui che brama la conoscenza per il valore che ha, ma che contemporaneamente pratica, scopre, vive.
Quindi non ti sto dicendo che frequentare corsi sia sbagliato, ci mancherebbe!
È però importante, come in tutto ciò che affrontiamo nella vita, che tu sia pienamente consapevole di cosa ti muove, di come prendi determinate scelte.
- Quale è il vero intento?
- Cosa davvero stai cercando?
- Quali strumenti hai già che non stai mettendo in campo al meglio delle tue possibilità?
Se non hai piena consapevolezza nel tuo agire, rischi di non vedere le grandi possibilità che si pongono di fronte a te.
C’è un mondo da cogliere per il quale sei già pronto.
Puoi sicuramente affinare le abilità, la sensibilità, le competenze.
Ma nel frattempo, puoi già dare!
Un buon corso di crescita ti dà una ottima base da cui partire e con quella apri la strada, ti confronti con la tua realtà e crei un nuovo stato di vita.
Alcuni corsi sono molto forti e complessi, altri più semplici e diretti.
Ognuno a suo modo aiuta e ti accompagna per un pezzo di strada.
Sono importantissimi tasselli per accelerare il naturale processo di crescita che è insito in ogni persona.
In te, come in ognuno di noi, c’è una individualità che spinge per uscire, per essere espressa.
E in questo il corso diventa un ottimo specchio per capire e vedere ma anche per acquisire strumenti solidi e forti.
Ma…
questo essere che emerge, cerca la vita!
Ed è nella vita che si completa e si ritrova.
Vuoi davvero fare un salto immenso per la tua vita?
- Scegli e cura le tue relazioni.
- Metti verità, comprensione, accettazione nelle relazioni che scegli.
- Fai progetti e apriti alle possibilità.
- Crea il contesto, difendilo.
- Confrontati con le diversità degli altri facendole diventare uno stimolo e altrettanto fai con le affinità.
Ricordati che senza l’altro, probabilmente faresti una vita molto più tranquilla.
Ma vuota di significato.
Avere una rete che ti sostiene e in cui puoi essere pienamente te stesso/a è alla base di ogni conquista.
Se hai questo, o hai la seria volontà di costruirlo, hai già una marcia innestata.
A volte bastano anche poche persone ma ben allineate e consapevoli.
Abbandonare le tue convinzioni, la difesa del tuo recinto, è spesso il grande limite che si pone tra te e la vera grande possibilità di vivere una vita ricca e piena.
Liberarti da queste catene significa aprire le porte alla vita che ti realizza.
Se scegli un percorso importante, ricordati che questo elemento è indispensabile per ottimizzare il risultato.
Altrimenti rischi di cadere nella trappola del corsista seriale!
Ovviamente sono di parte e quindi ti consiglio il percorso “MIC” perché so essere davvero potente ed efficace per dare chiarezza e la giusta direzione. Oltre a risvegliare le abilità necessarie.
Se vuoi davvero ottenere il massimo dei risultati che può darti, però, ricordati di ciò di cui abbiamo parlato in questo articolo.
E comincia subito, la vita è già lì!
Non aspettare!
Dunque. ..ho fatto il corso Mente, fatto pure la Mente Funzionale andrò a farmi n’Intensivo. ..sono corsista seriale???
Ciao Pierfrancesco, noto ora che il commento di risposta che avevo messo non è stato pubblicato!
Rispondo nuovamente:
L’elemento, come anticipo nell’articolo, non è il fare o meno più percorsi, ma in quale intento hai nel farli.
E’ un modo di scappare dal confrontarsi con la tua vita? Allora è probabilmente una modalità da seriale.
E’ una oggettiva necessità di lavorare su un aspetto MENTRE già stai portando avanti i tuoi progetti e la tua vita? Allora non lo è!
E’ la spinta verso la pura scoperta di te? Nuovamente non lo è!
Indagati bene sulle modalità per cui ti muovi (con gli strumenti del corso sulla mente non avrai difficoltà a scoprirla!).
A presto
Davide
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